lunedì 16 marzo 2009

16 marzo 2006






Che poi oggi è, a ben pensarci, un altro anniversario che riguarda i Pink Floyd. O meglio: riguarda proprio David Gilmour e Richard Wright. Il 16 marzo 2006 ero a Parigi, insieme all' inseparabile C., oltre che per visitare la capitale francese (era la proma volta per me), per assistere ad un concerto...no, non "ad un concerto"...Al concerto! On an Island Tour del MIO David Gilmour, accompagnato da una grandissima band, al cui interno c'era alle tastiere il mitico Rick Wright. Inutile dire che l'emozione è stata fortissima e la giornata sicuramente da ricordare (Versailles in una bella e fresca giornata di sole e poi il concerto all'Olympia!). My God! Mi vengono ancora i brividi (non per il freddo!!!)... Per l'occasione feci un breve "reportage" per Floyd Channel, il sito italiano dei fans dei Pink Floyd... Qui sotto quanto scrissi.... Remeber That Night....
EMOZIONI DALL’ISOLA
Castellarano, Reggio Emilia, 13 marzo 2006

Il 13 settembre 1994, allo stadio Delle Alpi di Torino, ero in prima fila. Era precisamente dal 15 luglio 1989 che aspettavo quel momento. Quando si sono spente le luci e hanno cominciato a risuonare le note di Astronomy Domine e nella penombra ho scorto le figure dei musicisti…e della chitarra…ho rischiato l’infarto! Avevo 19 anni…troppa vita ancora da vedere!
Il 17 settembre a Modena ero in prima fila…alla fine del concerto, dopo aver assistito all’esecuzione integrale di The Dark Side Of The Moon, volavo a circa 1 metro da terra!…
Sono passati 11 anni e poi li ho rivisti…addirittura tutti e 4 insieme (avvenimento impensabile nemmeno nei più bei sogni)!…Londra, Hyde Park, 2 luglio 2005, Live8. Non ero in prima fila, ero davvero troppo lontano…non può regalarti le stesse emozioni, anche se esserci è tutta un’altra cosa che vederlo in tv.
Ora finalmente ci siamo: potrò rivedere i miei idoli (2/4 almeno…per gli altri aspetto l’Arena di Verona!). L’attesa è tanta, On An Island mi piace ad ogni ascolto di più, al di la di certe critiche lette qua e la. La voglia di sentire dal vivo le canzoni del nuovo album e risentire “vecchi” classici dei Pink Floyd non mi fa dormire la notte…mi emozionerò, lo so già…quando li vedrò sul palco non potrò farne a meno…sono un pezzo (importante) della mia vita, della mia mente, del mio spirito.

Parigi, 15 marzo 2006
Come antipasto al “mio” concerto sono in giro per Paris! Mentre insieme al mio compagno d’avventure maciniamo chilometri a piedi mi guardo continuamente intorno per scorgere qualche manifesto dei concerti parigini…invece nulla! Non ho visto 1 solo manifesto, volantino, pezzo di carta che pubblicizzasse l’evento! Stasera “l’uomo” suona al Grand Rex: passo a controllare la situazione: sono circa le 19 e c’è parecchia gente in fila. Anche qui non c’è un solo manifesto o scritta che pubblicizzi il concerto…solo 2 fogli A4 che indicano gli ingressi alla sala…e una pubblicità generica degli eventi al cinema-teatro, scritto in piccolo, tra cui sbuca anche il nome di David…’sti francesi!…come si fa a trattare così “male” il mio idolo?!!!

Parigi, 16 marzo 2006
Sono davanti al Teatro Olympia Bruno Coquatrix. C’è un enorme scritta rossa luminosa che capeggia sull’ingresso: David Gilmour - On An Island Tour. Finalmente una degna accoglienza!Sto per varcare la porta che mi trasporterà sulla magica Isola incantata…
Finalmente ho in mano il biglietto! Arriviamo nella sala…la maschera ci accompagna ai nostri posti: sono 2 poltroncine in ultima fila di platea…fortunatamente l’Olympia non è molto grande, quindi abbiamo comunque una visione discreta, e più di ogni altra cosa spero che l’audio sia buono! Si spengono le luci mentre ancora parecchie persone devono prendere posto; l’emozione sale sempre più, mentre le note di Castellorizon si insinuano nel buio tra le poltrone… e poi finalmente le sagome dei musicisti fanno comparsa sul palcoscenico e l’emozione sfocia in un applauso liberatorio!
Appena il tempo di rendersi conto che finalmente il sogno si avvera e già le note di On an Island avvolgono il pubblico: la voce di David sembra un tantino contratta…”we lay side by side..” in falsetto segna una “stecca” del nostro…decisamente ha qualche problema con la voce: durante il concerto darà proprio l’impressione di faticare ad arrivare alle tonalità alte. On an Island è comunque ben suonata e l’assolo finale, con un bel intreccio tra la chitarra di David e quella di Phil Manzanera, è da pelle d’oca! Peccato che “El Magnifico”, insieme alla sua chitarra, passeranno il resto del concerto un po’ in disparte… E’ il momento del bienvenu, in cui David snocciola un buon francese, incuriosendo non poco i presenti parlando di una sorpresa (!): l’atmosfera è rilassata e “strana”: essere abituati a vedere i concerti dei Pink in grandi spazi rende questa “dimensione ridotta” un qualche cosa di nuovo! Sembra ci sia voglia di parlare da parte di Dave, di rendersi più vicino al pubblico: con il passare delle canzoni questa sensazione si tramuterà in decisa certezza!
Si ricomincia con la musica e le note di The Blue ci riportano nell’infinito del mare, con lo splendido effetto della chitarra che “allunga” le note…appena il tempo di respirare ed ecco che la sorpresa annunciata si materializza: le note al piano di Richard Wright sono proprio quelle di The Great Gig In The Sky!!! E mentre il pubblico si guarda incredulo, Sam Brown, corista nel tour 94 dei Pink e nei concerti del 2001/2002 di David, si piazza davanti al microfono al centro del palco: un cadeau davvero splendido!
Regalo per regalo e il pubblico intona Happy Birthday per i 60 anni del nostro, compiuti da 10 giorni esatti. Si riparte con le canzoni da On an Island: Red Sky at Night ci presenta un Gilmour versione sassofonista, da fare invidia Dick Parry!; This Heaven risente di qualche problema alla voce, che fatica non poco alle tonalità alte; Then I Close My Eyes vede Guy Pratt imbracciare la chitarra e David dividersi tra una slide acustica e la chitarra elettrica; Smile è sempre dolcissima e lascia poi spazio alla potente Take a Breath, dove Guy “Mad” Pratt può finalmente scatenarsi e non stare fermo un secondo: intanto Jon Carin si “diverte” con la slide guitar (suonata in questa ma anche in altri brani: presentando la band David dirà di Jon che “può suonare qualsiasi cosa gli diate in mano”!). A Pocketful of Stones e Where We Start sono la carezza che chiude il set: un’ora circa di musica passata davvero in un batter d’occhio!
Nel complesso la prima parte è stata ben suonata, forse però un po’ troppo uguale al disco: si è visto buon affiatamento tra i musicisti, ma la “macchina” ha bisogno ancora di qualche chilometro di rodaggio! (speriamo che per le date italiane sia perfetta!).
20 minuti di intervallo e si ricomincia…
Il secondo tempo è tutto composto da brani dei Floyd: David sale sul palco tutto solo, imbraccia la Fender elettrica e inizia a suonare l’intro di Shine On You Crazy Diamond: è come la versione del 2002, ma elettrica…poi però anche gli altri componenti della band prendono posto e la versione “solo” cede il passo ad una versione “corale”…e poi di nuovo al momento di iniziare a cantare si ritrasforma in una versione “solo” per voce e chitarra (ma quanto è bella?!!!). A questo punto un problema tecnico manda in tilt qualche cosa nell’impianto di David, che ferma l’esecuzione del brano: si apre un simpatico siparietto insieme al tecnico del suono che, alla domanda di David “cosa è successo?” risponde semplicemente, con flemma tipicamente inglese: “Something’s broken…” … qualcosa si è rotto! Chiaro no?! Velocemente sistemato il guasto David ricomincia dall’inizio, suonando un intro diverso dal precedente, davvero molto bello. Bellissima la versione che ci viene regalata! Alla fine della canzone presentazione della band: partendo da Dick Parry è un susseguirsi di applausi sempre più forti, fino ad arrivare ad una vera e propria ovazione (e ci mancherebbe altro!) per Richard Wright, che appare quasi imbarazzato da tanto affetto.
Spazio alle canzoni poco suonate ed ecco che viene ripescata Wot’s…Uh The Deal, suonata con il palco illuminato da una luce bianca, che fa apparire i “mostri sacri” come “semplici” musicisti in un club a fare la loro serata. Altra canzone praticamente mai eseguita dal vivo: Wearing The Inside Out (! !), con naturalmente Rick alla voce: peccato che anche qui un piccolo problema tecnico, probabilmente al monitor della voce del tastierista, non permetta un’ esecuzione perfetta. Si torna indietro negli anni e Fat Old Sun, che a quanto pare nei vari concerti si alterna a Dominoes (e a Coming Back To Life), è davvero bella, soprattutto nel finale, elettrico e potente (anche qui con un preambolo: un siparietto di David che accena 2 passi di “danza” mentre gli altri componenti intonano “sing to me…sing to me…” aspettando il cambio di chitarra da acustica a elettrica). E’ il momento di farsi un viaggio sul lato oscuro della luna: Breathe, poi Time e Breathe (Reprise), che si chiude con i rintocchi della campana, a fare da allaccio con una splendida High Hopes. Pubblico in visibilio! E il meglio ancora non l’abbiamo sentito: Richard Wright alle tastiere…un suono che sembra una goccia…poi, dopo qualche secondo, un’altra goccia…
Escono gli echi dalla caverna di corallo!
E’ in assoluto il momento più bello del concerto! Echoes ha una potenza incredibile, è suonata in modo impeccabile e riporta veramente tutti ai magnifici anni 70… L’atmosfera è indescrivibile, le emozioni sono completamente fuori controllo…il richiamo è troppo forte: chiudo gli occhi e mi lascio letteralmente trasportare dalla musica! …And I am you and what I see is me… Non esiste più tempo, luogo, spazio… Ripensandoci ho ancora i brividi!
Non resta che presentare i bis…che per essere all’altezza di Echoes dovranno veramente darsi da fare! Wish You Were Here non poteva mancare, così come non si poteva chiudere in modo migliore la splendida serata se non con Comfortably Numb, con un assolo finale da pelle d’oca, autentico marchio di fabbrica di David (anche se quello che veniva proposto durante il tour del 94 rimane secondo me in assoluto il migliore). La band si prende i meritatissimi applausi!!!
Devo ancora assimilare ciò che ho appena visto/sentito, e intanto il teatro lentamente si svuota…La fine di un concerto lascia sempre un po’ di amaro in bocca: vorresti che non terminasse mai! Le circa 2 ore e mezza hanno comunque più che soddisfatto i presenti! Si ritorna verso l’albergo e le immagini della serata scivolano lentamente nell’aria fresca della sera…le atmosfere e le emozioni vissute sull’Isola magica quelle no…quelle non se ne andranno mai più!

…so much behind us, still far to go…

See you in Milan & Rome!

TRACKLIST
Castellorizon
On An Island
The Blue
The Great Gig In The Sky (with Sam Brown)
Red Sky At Night
This Heaven
Then I Close My Eyes
Smile
Take a Breath
A Pocketful Of Stones
Where We Start
Shine On You Crazy Diamond
Wot’s…Uh The Deal
Wearing The Inside Out
Fat Old Sun
Breathe
Time + Breathe (Reprise)
High Hopes
Echoes
Wish You Were Here
Comfortably Numb

Shine On!Luca

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