venerdì 30 ottobre 2009

Segreti di cinema

Serata assai interessante quella di ieri. A parte l'essere una parentesi tra un aperitivo e una birreria o, volendo, tra un dentista e un barman (mi sia consentito di essere un po' scherzosamente "maligno", insomma è Halloween), ho avuto la fortuna di assistere alla proiezione di un film, con relativo incontro col regista e co-sceneggiatore, at the end.
Grazie al Topo Remy, anche per questo.
Titolo del film: Il primo giorno d'inverno
Regia: Mirko Locatelli
Sceneggiatura: Giuditta Tarantelli, Mirko Locatelli
Il film è "d'autore", ossia non un insieme di immagini più o meno decise da un produttore per catturare più pubblico possibile, ma ogni immagine, inquadratura, caratteristica di un personaggio è una (più o meno) precisa volontà dell'autore di comunicarci qualcosa. Questo concetto è diventato chiarissimo nel "dibattito" che si è sviluppato a fine proiezione, quando regista e co-sceneggiatrice, chiacchierando (in modo molto interessante) col pubblico hanno "spiegato" le loro intenzioni nello sviluppare il film, inteso come sceneggiatura, lavoro sui personaggi, inquadrature.
Interessante, davvero interessante.



Il messaggio dell'acqua, del battesimo (quello iniziale e quello finale), degli specchi, dell'armadio della nonna; il concetto dell'assenza (concetto a me caro, in relazione anche all'album Wish You Were Here dei miei Pink Floyd, di cui è tema portante), degli apparecchi che si rompono continuamente e non si riescono mai ad aggiustare, e poi quelli più chiari e diretti come l'emarginazione, l'incomunicabilità di certe persone, legate e compresse nel loro mondo, della scoperta della propria sessualità e, forse più di ogni altro, della mancanza di valori. E ancora la scuola, sempre più distante e "inutile" agli studenti, la natura (bassa pianura lombarda, dove tutto è piatto), poi un'altra cosa credo interessante, che avevo notato anch'io e che una signora del pubblico ha poi rimarcato: il film non è temporalmente collocabile, almeno non in modo immediato e definitivo: è ambientato nei giorni nostri, ma potrebbe tranquillamente essere ambientato negli '80 o '70.
Insomma Il primo giorno d'inverno non è certo un film "facile", non è una canzone pop easy-listening, non è un capolavoro (tra l'altro autoprodotto e con un budget molto risicato), di sicuro è una pellicola che merita attenzione. Durante la proiezione non ho sinceramente ricevuto abbastanza dal film per poter dire "bello!": è abbastanza lento, circolare, fatto di piccole cose, che però nella discussione post-film hanno trovato sicuramente nuova linfa, facendomi rivalutare tante situazioni. "Piccolo film con un grande cuore" ha detto il presentatore della serata, richiamando un articolo di un giornale locale. Soprattutto dopo aver sentito regista e sceneggiatrice devo dire che è una descrizione davvero azzeccata.

lunedì 26 ottobre 2009

Ready to go

Capita che certe situazioni ti risollevino, ti riempiano il cuore di un misto di gioia+soddisfazione+fierezza+mistodismarrimento+speranza, ti ricarichino le batterie che sembravano ormai buone da buttare.

Dopo un venerdì in cui avrei preso letteralmente a calci (ma forte eh!) certi "loschi" personaggi (non sono criminali, per carità, ma hanno comportamenti non certo limpidi), dopo che gli stessi biechi personaggi mettono zizzania e cercano di insinuare dubbi in altre menti evidentemente prive di un pensiero proprio, dopo che, per l'ennesima volta, mi sento dire cose che non stanno né in cielo né in terra (cioè gente: ma dopo 3 anni non mi conoscete ancora??? ma come siete messi???), dopo... dopo la pioggia torna sempre a splendere il sole. Anche a Macondo. Magari ci vuole tempo, ma torna.

Per fortuna che già domenica il "sole" ha riscaldato la giornata.
Vedere tanta partecipazione è stato come rifare il pieno di energia. C'è voglia di andare avanti, di lavorarci sopra, di migliorare. Non sarà facile, senz'altro, ma il "popolo" visto domenica lo merita.
Allora su le maniche, che c'è da faticare!

lunedì 19 ottobre 2009

Del lunedì mattina

Che a volte fatico a comprendere...ma si sa: genio non fui, quindi può benissimo essere che alcune cose, pensieri, situazioni non le capisca, non ci arrivi a capirle. Eppure, a rigor di logica, benchè genio non fui, non mi sembra di aver detto o fatto cose così "strane" e mi sembra di aver capito ciò che mi è stato detto. E, ragionando su ciò che mi è stato detto, mi sembra di aver diritto di chiedere al criceto nella mia testolina di far girare il meccanismo che produce pensieri.
Mi sembra.
Quando qualcosa sembra non è detto che sia.
That's all.

Che periodo di cacca al lavoro...crisi, crisi, crisi...e che palle con questa crisi! Poco, molto poco da fare...e io che ho tanti soldi ancora da spendere... ma se finanza non entra, finanza non esce!

E poi, da un giorno all'altro, ti ritrovi con 2 gradi..."cazzo ieri ce n'erano 26 e oggi ce ne sono 2!"... non andiamo mica bene veh!!

Se le cose non vanno bene, e se c'è volontà, si cercano di sistemare.

lunedì 12 ottobre 2009

La Saggezza è un dono

Saggezza popolare della domenica.
Siamo allo stadio, partita di calcio della squadra del mio paesello.
Seduti davanti a me 2 persone (personaggi) del nostro ridente centro ceramico.
Stanno parlando, discutendo, dei massimi sitemi del mondo, della vita, della morte, dell'eternità e, ovviamente, del principale argomento maschile: il calcio (le donne vengono al secondo posto...).
Tipo1 al MiticoTipo2: "Bè te tinet ancora al Milan???!!"
MiticoTipo2: "No, adesa a tein di cunèi, e quand ien du kilo e òt/tri kilo ai magn!"

Standing Ovation.

(Traduzione: "Bè, te tieni ancora il Milan?!" - "No, adesso tengo dei conigli, e quando sono due kili e otto/tre kili li mangio!")