Grazie al Topo Remy, anche per questo.
Titolo del film: Il primo giorno d'inverno
Regia: Mirko Locatelli
Sceneggiatura: Giuditta Tarantelli, Mirko Locatelli

Interessante, davvero interessante.

Il messaggio dell'acqua, del battesimo (quello iniziale e quello finale), degli specchi, dell'armadio della nonna; il concetto dell'assenza (concetto a me caro, in relazione anche all'album Wish You Were Here dei miei Pink Floyd, di cui è tema portante), degli apparecchi che si rompono continuamente e non si riescono mai ad aggiustare, e poi quelli più chiari e diretti come l'emarginazione, l'incomunicabilità di certe persone, legate e compresse nel loro mondo, della scoperta della propria sessualità e, forse più di ogni altro, della mancanza di valori. E ancora la scuola, sempre più distante e "inutile" agli studenti, la natura (bassa pianura lombarda, dove tutto è piatto), poi un'altra cosa credo interessante, che avevo notato anch'io e che una signora del pubblico ha poi rimarcato: il film non è temporalmente collocabile, almeno non in modo immediato e definitivo: è ambientato nei giorni nostri, ma potrebbe tranquillamente essere ambientato negli '80 o '70.
Insomma Il primo giorno d'inverno non è certo un film "facile", non è una canzone pop easy-listening, non è un capolavoro (tra l'altro autoprodotto e con un budget molto risicato), di sicuro è una pellicola che merita attenzione. Durante la proiezione non ho sinceramente ricevuto abbastanza dal film per poter dire "bello!": è abbastanza lento, circolare, fatto di piccole cose, che però nella discussione post-film hanno trovato sicuramente nuova linfa, facendomi rivalutare tante situazioni. "Piccolo film con un grande cuore" ha detto il presentatore della serata, richiamando un articolo di un giornale locale. Soprattutto dopo aver sentito regista e sceneggiatrice devo dire che è una descrizione davvero azzeccata.

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