lunedì 5 novembre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
sabato 20 ottobre 2012
Reality
Ho visto il nuovo film di Matteo Garrone. Una sorta di "Gomorra", ma con meno spari e qualche parola in italiano in più. Film bello eh, che uno si aspetta una commedia e invece i tempi, le inquadrature, le situazioni ti lasciano addosso angoscia. Soprattutto perchè ti rendi conto di come il Reality sia, spessissimo, la Realtà.
La realtà di vite vissute in condizioni precarie, ma magari piene di amore, e che comunque non trovano piena soddisfazione se non stanno sotto i riflettori. La realtà di farne una malattia questa ricerca della luce della ribalta.
Ma la Realtà è che il reality della realtà al di fuori della finzione di un film esiste, eccome se esiste, è parte integrante delle nostre vite, e lo puoi vedere camminando per strada, incrociando visi e storie sui marciapiedi, nelle auto in colonna o che sfrecciano sulle strade, nei negozi tra coppiette che scelgono vestiti o indumenti intimi. La Realtà è che il reality della realtà è vita quotidiana, per la maggior parte delle persone.
Vivere una favola.
Vivere in una favola.
IN
E' l'unica cosa che cambia ma, mamma mia, quanto cambia.
Che poi le favole, in quanto tali, hanno un inizio e una fine. Che piaccia o no.
E' un contratto a tempo determinato. Detestabile finchè si vuole, ma terribilmente vero (che essere vero, per una favola, è una bella cosa, per dire).
Chi vive la Real(ity)tà non se ne rende conto, tutto sembra normale, tutto sembra immutabile, eterno. Perchè non si pensa al futuro, ma solo al presente. Solo ed in modo egoistico. Legittimo, sia ben inteso.
"Dio mio, ma non ti rendi conto che quelle telecamere spariranno, che non potranno esserci per sempre e tutto tornerà Realtà senza (ity)?"
Macchè, non ci si va alla testa.
Le persone che credono di vivere nella realtà vivendo la loro breve favola o quelle che sperano che il Reality sia la Realtà.
Splendido sognare. Non si deve mai, per nessuna ragione, smettere di sognare, di avere ambizioni, di cercare "quel qualcosa" che ti farà stare meglio, che ti renderà, forse, completo.
Ma se lo fai senza un minimo di consapevolezza quando la sveglia suonerà farà terribilmente male. E magari, nel tempo del sogno, del Reality, avrai fatto anche un bel po' di "male" intorno a te.
Eppure si continua a giocare col fuoco, anche se sai che brucia.
Allora, come nel film, ci si avvicina al fuoco, sorridendo, soddisfatti per il momento presente, vivendo solo quello, senza pensare al secondo successivo. E l'immagine lentamente si allontana, sale verso il cielo, il sorriso diventa un punto bianco luminoso, nel buio della notte.
E il futuro non ha importanza.
La realtà di vite vissute in condizioni precarie, ma magari piene di amore, e che comunque non trovano piena soddisfazione se non stanno sotto i riflettori. La realtà di farne una malattia questa ricerca della luce della ribalta.
Ma la Realtà è che il reality della realtà al di fuori della finzione di un film esiste, eccome se esiste, è parte integrante delle nostre vite, e lo puoi vedere camminando per strada, incrociando visi e storie sui marciapiedi, nelle auto in colonna o che sfrecciano sulle strade, nei negozi tra coppiette che scelgono vestiti o indumenti intimi. La Realtà è che il reality della realtà è vita quotidiana, per la maggior parte delle persone.
Vivere una favola.
Vivere in una favola.
IN
E' l'unica cosa che cambia ma, mamma mia, quanto cambia.
Che poi le favole, in quanto tali, hanno un inizio e una fine. Che piaccia o no.
E' un contratto a tempo determinato. Detestabile finchè si vuole, ma terribilmente vero (che essere vero, per una favola, è una bella cosa, per dire).
Chi vive la Real(ity)tà non se ne rende conto, tutto sembra normale, tutto sembra immutabile, eterno. Perchè non si pensa al futuro, ma solo al presente. Solo ed in modo egoistico. Legittimo, sia ben inteso.
"Dio mio, ma non ti rendi conto che quelle telecamere spariranno, che non potranno esserci per sempre e tutto tornerà Realtà senza (ity)?"
Macchè, non ci si va alla testa.
Le persone che credono di vivere nella realtà vivendo la loro breve favola o quelle che sperano che il Reality sia la Realtà.
Splendido sognare. Non si deve mai, per nessuna ragione, smettere di sognare, di avere ambizioni, di cercare "quel qualcosa" che ti farà stare meglio, che ti renderà, forse, completo.
Ma se lo fai senza un minimo di consapevolezza quando la sveglia suonerà farà terribilmente male. E magari, nel tempo del sogno, del Reality, avrai fatto anche un bel po' di "male" intorno a te.
Eppure si continua a giocare col fuoco, anche se sai che brucia.
Allora, come nel film, ci si avvicina al fuoco, sorridendo, soddisfatti per il momento presente, vivendo solo quello, senza pensare al secondo successivo. E l'immagine lentamente si allontana, sale verso il cielo, il sorriso diventa un punto bianco luminoso, nel buio della notte.
E il futuro non ha importanza.
venerdì 21 settembre 2012
(Almeno) Tre Volte Dentro Me
Lui è qua, falsità come, radioattività
Che mentre c'è da osare
Uccide lo spettacolo carnale
E l'anima brucia più di quanto illumini
Ma è un addestramento mentre attendo
Che io m'accorga che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
Forse se, forse se, porta ad esitare
Io vengo dall'errore, uno solo
Del tutto inadatto al volo
E anche se vedo il buio, così chiaramente
Io penso la bugia affascinante
E non mi accorgo che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
Lui è qua, lui è qua come, radioattività
Che mentre c'è da osare,
Uccide lo spettacolo carnale
Cinque pianeti, tutti nel tuo segno
Il fallimento è un grembo e io ti attendo
Mentre ti scordi che puoi respirare
Che sono il sovversivo
Tuo sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
Che mentre c'è da osare
Uccide lo spettacolo carnale
E l'anima brucia più di quanto illumini
Ma è un addestramento mentre attendo
Che io m'accorga che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
Forse se, forse se, porta ad esitare
Io vengo dall'errore, uno solo
Del tutto inadatto al volo
E anche se vedo il buio, così chiaramente
Io penso la bugia affascinante
E non mi accorgo che so respirare
Che sei il mio sovversivo
Mio sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
Lui è qua, lui è qua come, radioattività
Che mentre c'è da osare,
Uccide lo spettacolo carnale
Cinque pianeti, tutti nel tuo segno
Il fallimento è un grembo e io ti attendo
Mentre ti scordi che puoi respirare
Che sono il sovversivo
Tuo sovversivo amore
Non c'è torto o ragione
E' il naturale processo di eliminazione
lunedì 17 settembre 2012
From real life to dreams
Ti cerco, in ambientazioni diverse.
Ti trovo.
Sei sempre in compagnia.
Sei sempre indifferente.
Hey you...did you ever realise what you'd become
And did you see that it wasn't only me you were running from
And I never thought that you'd lose tha light in your eyes
Ti trovo.
Sei sempre in compagnia.
Sei sempre indifferente.
Hey you...did you ever realise what you'd become
And did you see that it wasn't only me you were running from
And I never thought that you'd lose tha light in your eyes
domenica 16 settembre 2012
sabato 8 settembre 2012
Definizione
Emotivamente instabile.
Che di preciso poi non so cosa significa, comunque è così che mi sento.
Che di preciso poi non so cosa significa, comunque è così che mi sento.
martedì 28 agosto 2012
Prima no eh??!
2554 contro sei, in diminuzione.
Il problema è che la Guida Galattica per Autostoppisti l'ho letta dopo. L'avessi fatto prima avrei saputo dell'indice di probabilità, avrei saputo che per far funzionare l'astronave Cuore d'Oro serve la Propulsione d'Improbabilità Infinita.
240712 contro uno, in diminuzione.
Che ne potevo sapere che da un momento all'altro, inaspettati, sarebbero arrivati i Vogon a cancellare il mio mondo, con una semplice chiamata dal cellulare??! Tranquilli come una qualsiasi altra giornata, mentre se ne andavano a cena con amici: "Aspetta che distruggiamo il mondo di questo sfigato qui mentre raggiungiamo il ristorante".... Poi a divertirsi, come se nulla fosse, e poi a nanna, a dormire sonni tranquilli di bambino. Che poi scusa: ma questa superstrada doveva passare proprio sopra la mia vita? Ed è veramente necessaria? Dove cazzo dovete andare?? Avessi letto prima avrei tenuto con me almeno un asciugamano...
280712 contro uno, in diminuzione.
Non potevo nemmeno sapere che per quanto le cose si stavano mettendo male....potevano andare anche peggio!! Perchè oltre al mio mondo in rovina anche le parole dette anche solo qualche giorno (ora) prima, che non hanno mondi che si possono abbattere, per certe forme di vita della Galassia evidentemente non valgono poi molto. Quindi scopro che per fare funzionare l'astronave serve che i giorni siano meno di quelli concordati prima della seconda pugnalata, perchè, anche nella Galassia più remota e sconosciuta, l'ospite dopo qualche giorno (pochi) puzza! Questo potevi dirmelo Ford.
010812 contro uno, in diminuzione.
Silenzio. E' meglio il silenzio. Che solo il suono peggiora la situazione. Servirebbe un pesciolino interprete nell'orecchio. Non c'è. Allora meglio il silenzio. Silenzio.
040812 contro uno, in diminuzione.
Le probabilità si intrecciano. Le improbabilità si fanno reali. Sette contro sei. In diminuzione. Nemmeno paragonabili per unità di misura. Eppure c'è chi pensa di poterlo fare: Galassie lontane, pensieri diversi, forme di vita con poche migliaia di anni. Eppure. Eppure per farla funzionare questa cazzo di astronave devo sopportare anche questo. E questo la Guida Galattica non lo diceva...si dovrà aggiungere un capitolo specifico.
100812 contro uno, in diminuzione.
La Propulsione d'Improbabilità Infinita tiene conto del tempo? Mi sa di no...essendo "Improbabilità Infinita" probabilmente se ne sbatte altamente del tempo. Bè, qui non è che si possa fare finta che il tempo non esiste. C'è e come! E a volte fa così male che speri che si fermi, o che accelleri, o che tutto finisca con un unico botto secco. Lento. O troppo veloce. Poi i momenti arrivano. E già non ti ha aiutato, il tempo, e in più devi sopportare altre pugnalate. Vanno e vengono. Anche 4 per notte. La prima. Chissà le altre.
160812 contro uno, in diminuzione.
E ora pensi che sia tutto più semplice? Che il generatore di Probabilità/Improbabilità Infinita/Finita abbia finito (e te dai!) il suo compito? Pensi davvero che l'astronave Cuore d'Oro ormai funzioni per inerzia? Col cazzo! In tutti i sensi! Nulla è più come prima! Nulla lo sarà mai più. E hai un bel da autoconvicerti, ricordare tutto quello detto nei 2554 (contro sei), essere sicuro che ci credi, davvero, ma anche essere consapevole che è così difficile da mettere in pratica, nella realtà. Mi sento a volte (anche troppo spesso) come Marvin, il robot depresso (che più depresso non si può: ripigliati Marvin, ti prego!). C'è di peggio?? Bè, se c'è di meglio si, c'è anche di peggio. E viceversa, naturalmente.
300812 contro uno, in diminuzione.
E le Probabilità più Improbabili vissute forse trovano la quadratura del cerchio. Forse. Perchè ancora non riesco a vedere nel futuro, ma almeno posso sperarci. In uno migliore. Forse scoprirò finalmente Magrathea, vedrò il progetto che era stato fatto per il mio mondo, conoscerò i topini (ci sono anche quelli, porca di quella troia! E vai con le Improbabilità più Probabili), vedrò anche le due teste di Zaphod. E, forse, capirò qualche pezzetto di vita in più. Futuro. So che di viaggi ce ne saranno ancora tanti. Quindi è decisamente meglio che, ora che ce l'ho, legga per bene la Guida Galattica, così da essere preparato (almeno un po') meglio per i prossimi viaggi interstellari. Che forse sono già iniziati.
Vostro
Arthur Dent
Il problema è che la Guida Galattica per Autostoppisti l'ho letta dopo. L'avessi fatto prima avrei saputo dell'indice di probabilità, avrei saputo che per far funzionare l'astronave Cuore d'Oro serve la Propulsione d'Improbabilità Infinita.
240712 contro uno, in diminuzione.
Che ne potevo sapere che da un momento all'altro, inaspettati, sarebbero arrivati i Vogon a cancellare il mio mondo, con una semplice chiamata dal cellulare??! Tranquilli come una qualsiasi altra giornata, mentre se ne andavano a cena con amici: "Aspetta che distruggiamo il mondo di questo sfigato qui mentre raggiungiamo il ristorante".... Poi a divertirsi, come se nulla fosse, e poi a nanna, a dormire sonni tranquilli di bambino. Che poi scusa: ma questa superstrada doveva passare proprio sopra la mia vita? Ed è veramente necessaria? Dove cazzo dovete andare?? Avessi letto prima avrei tenuto con me almeno un asciugamano...
280712 contro uno, in diminuzione.
Non potevo nemmeno sapere che per quanto le cose si stavano mettendo male....potevano andare anche peggio!! Perchè oltre al mio mondo in rovina anche le parole dette anche solo qualche giorno (ora) prima, che non hanno mondi che si possono abbattere, per certe forme di vita della Galassia evidentemente non valgono poi molto. Quindi scopro che per fare funzionare l'astronave serve che i giorni siano meno di quelli concordati prima della seconda pugnalata, perchè, anche nella Galassia più remota e sconosciuta, l'ospite dopo qualche giorno (pochi) puzza! Questo potevi dirmelo Ford.
010812 contro uno, in diminuzione.
Silenzio. E' meglio il silenzio. Che solo il suono peggiora la situazione. Servirebbe un pesciolino interprete nell'orecchio. Non c'è. Allora meglio il silenzio. Silenzio.
040812 contro uno, in diminuzione.
Le probabilità si intrecciano. Le improbabilità si fanno reali. Sette contro sei. In diminuzione. Nemmeno paragonabili per unità di misura. Eppure c'è chi pensa di poterlo fare: Galassie lontane, pensieri diversi, forme di vita con poche migliaia di anni. Eppure. Eppure per farla funzionare questa cazzo di astronave devo sopportare anche questo. E questo la Guida Galattica non lo diceva...si dovrà aggiungere un capitolo specifico.
100812 contro uno, in diminuzione.
La Propulsione d'Improbabilità Infinita tiene conto del tempo? Mi sa di no...essendo "Improbabilità Infinita" probabilmente se ne sbatte altamente del tempo. Bè, qui non è che si possa fare finta che il tempo non esiste. C'è e come! E a volte fa così male che speri che si fermi, o che accelleri, o che tutto finisca con un unico botto secco. Lento. O troppo veloce. Poi i momenti arrivano. E già non ti ha aiutato, il tempo, e in più devi sopportare altre pugnalate. Vanno e vengono. Anche 4 per notte. La prima. Chissà le altre.
160812 contro uno, in diminuzione.
E ora pensi che sia tutto più semplice? Che il generatore di Probabilità/Improbabilità Infinita/Finita abbia finito (e te dai!) il suo compito? Pensi davvero che l'astronave Cuore d'Oro ormai funzioni per inerzia? Col cazzo! In tutti i sensi! Nulla è più come prima! Nulla lo sarà mai più. E hai un bel da autoconvicerti, ricordare tutto quello detto nei 2554 (contro sei), essere sicuro che ci credi, davvero, ma anche essere consapevole che è così difficile da mettere in pratica, nella realtà. Mi sento a volte (anche troppo spesso) come Marvin, il robot depresso (che più depresso non si può: ripigliati Marvin, ti prego!). C'è di peggio?? Bè, se c'è di meglio si, c'è anche di peggio. E viceversa, naturalmente.
300812 contro uno, in diminuzione.
E le Probabilità più Improbabili vissute forse trovano la quadratura del cerchio. Forse. Perchè ancora non riesco a vedere nel futuro, ma almeno posso sperarci. In uno migliore. Forse scoprirò finalmente Magrathea, vedrò il progetto che era stato fatto per il mio mondo, conoscerò i topini (ci sono anche quelli, porca di quella troia! E vai con le Improbabilità più Probabili), vedrò anche le due teste di Zaphod. E, forse, capirò qualche pezzetto di vita in più. Futuro. So che di viaggi ce ne saranno ancora tanti. Quindi è decisamente meglio che, ora che ce l'ho, legga per bene la Guida Galattica, così da essere preparato (almeno un po') meglio per i prossimi viaggi interstellari. Che forse sono già iniziati.
Vostro
Arthur Dent
martedì 21 agosto 2012
Fin troppo
Ho messo da parte il mio cuore. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio ego. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte i miei sogni. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia rabbia. Ma non era abbastanza
Ho messo da parte la mia coerenza. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia felicità. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia dignità. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte le mie lacrime. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio cazzo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio sguardo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio dolore. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la luna. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio mondo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio sorriso. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio odio. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio stomaco. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia mente. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia voce. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte i miei pensieri. Ma non era abbastanza.
Non era abbastanza.
Non era.
Abbastanza.
Ho messo da parte il mio ego. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte i miei sogni. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia rabbia. Ma non era abbastanza
Ho messo da parte la mia coerenza. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia felicità. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia dignità. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte le mie lacrime. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio cazzo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio sguardo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio dolore. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la luna. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio mondo. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio sorriso. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio odio. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte il mio stomaco. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia mente. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte la mia voce. Ma non era abbastanza.
Ho messo da parte i miei pensieri. Ma non era abbastanza.
Non era abbastanza.
Non era.
Abbastanza.
sabato 18 agosto 2012
Vacanza
Ho attraversato il mare Adriatico in barca a vela (andata e ritorno) in notturna. Il cielo era talmente tanto bello che quasi mi ha ucciso. La volta celeste era uno spettacolo davvero incredibile, si poteva quasi toccare, perdersi tra le forme, tra quelle migliaia di luci che punteggiavamo il telo scuro del palcoscenico.
Notte. Tu. Il vento. Telepatia. Le stelle.
E i tuoi pensieri. Che sono più delle stelle.
Ne ho viste talmente tante cadenti che se si infila anche solo l'1% dei desideri espressi sarei l'uomo più felice del mondo!
Ho attraversato il mare Adriatico in barca a vela (andata e ritorno) in notturna.
Mi sono perso, tra luci, musica e discorsi. Mi sono emozionato. E arrabbiato. E ho ragionato. E ho perso la ragione. E ho pianto. E ho finito le lacrime. E ho sorriso. E ho finito la felicità.
Tutto da solo.
Non c'era luna. Non ti posso nemmeno vedere sulla faccia oscura. Non c'è nemmeno quello.
Notte. Tu. Il vento. Telepatia. Le stelle.
E i tuoi pensieri. Che sono più delle stelle.
Ne ho viste talmente tante cadenti che se si infila anche solo l'1% dei desideri espressi sarei l'uomo più felice del mondo!
Ho attraversato il mare Adriatico in barca a vela (andata e ritorno) in notturna.
Mi sono perso, tra luci, musica e discorsi. Mi sono emozionato. E arrabbiato. E ho ragionato. E ho perso la ragione. E ho pianto. E ho finito le lacrime. E ho sorriso. E ho finito la felicità.
Tutto da solo.
Non c'era luna. Non ti posso nemmeno vedere sulla faccia oscura. Non c'è nemmeno quello.
venerdì 10 agosto 2012
Boa
Siamo arrivati anche qui, alla fine. Inevitabilmente. In questa giornata che segna il cielo colore della notte con improvvisi lampi di stelle cadenti. Esprimete desideri. I vostri. Il mio. Anzi: i miei, che è meglio puntare in alto.
Giro di boa, oggi. Finalmente direi, dopo un'attesa quasi estenuante, a colorare di grottesco una sceneggiatura da premio Oscar. Giro di boa a segnare nuove direzioni.
E prova del nove, anche, per capire se la direzione non è così sbagliata, se è diversa ma comunque sopportabile. E supportabile.
Desideri. I vostri. Il mio. I miei
Giro di boa, oggi. Finalmente direi, dopo un'attesa quasi estenuante, a colorare di grottesco una sceneggiatura da premio Oscar. Giro di boa a segnare nuove direzioni.
E prova del nove, anche, per capire se la direzione non è così sbagliata, se è diversa ma comunque sopportabile. E supportabile.
Desideri. I vostri. Il mio. I miei
martedì 7 agosto 2012
Solo il suono del mio passo
Ho camminato su un sentiero, a lungo. Splendidi paesaggi, maestosi orizzonti, giornate dove il sole illuminava la sconfinata bellezza della natura. Ho camminato seguendo i miei passi, senza mai voler tornare indietro, sicuro e incerto, come un bambino con la vita davanti. Ho riposato, ho sorriso, ho pianto, mi sono stupito. Ho sofferto e ho raggiunto tante soddisfazioni. Estasi per la bellezza. Indescrivibile, da lasciarti senza fiato, talmente bella da non poter immaginare come possa essere. All'improvviso il tempo è mutato. Inaspettato. Più per la velocità che per l'atto in sé. Sole. Splendido. Solo qualche piccola e leggera nuvola lontana, all'orizzonte. Nemmeno il tempo di arrivare alla fine di un ragionamento e il gelo, la pioggia, il cielo cupo ha avvolto tutto, lasciando a mala pena la possibilità di ripararsi, almeno un poco. E' così bella la natura, anche se le condizioni sono pessime. Incredibile. Tutto intorno è esattamente quello che era prima. Ma i tuoi occhi vedono attraverso una luce diversa. Tutto è uguale, niente lo è più. E anche quando, ripreso il cammino nell'interperie, anzichè migliorare la situazione peggiora, per quanto possa sembrare impossibile, continuo sul sentiero, sicuro e incerto, che tutta la bellezza che mi circonda prima o poi tornerà a risplendere sotto la luce dell'est. E tutto sarà di nuovo come prima. E niente lo sarà più.
sabato 4 agosto 2012
Sette
...and if I lay here, if I just lay here
would you lie with me and just forget the world?...
Una volta era questo.
Ora è solo -6
would you lie with me and just forget the world?...
Una volta era questo.
Ora è solo -6
giovedì 2 agosto 2012
Viaggio
10 minuti. O poco più. Un tratto di strada che divide casa mia dal nido d'amore di una coppia di amici. Sono in macchina da solo, la radio naturalmente accesa e una luce del cielo, al crepuscolo, decisamente bella. Non ci sono tante automobili.
Vetri che si incrociano, ruote, scarichi, tumori. Dietro a quel sottile strato di materiale trasparente teste, visi, capelli, occhi che scrutano il percorso.
E che incrociano sguardi dalla direzione opposta.
Mi sono sempre chiesto.
Chi sei? Qual'è la tua storia? Dove stai andando? Hai qualcuno che ti aspetta a casa? Sei sposato? Hai figli? O sei solo e stai andando in una casa piena solo di te?
Altro vetro. Altre storie. Cosa canti? Sei felice? Stai raggiungendo gli amici? Perchè sei sola in macchina? E nella tua vita? Ruote, scarichi. Altre storie.
Questo lo conosco! Come mai vai da questa parte? Chi ti sta aspettando? E il vetro che ti sta dietro. Perchè ridi? La vita è così difficile? Hai mai provato dolore? Sei innamorato?
Curva. Rotonda. Altra rotonda. Altra rotonda. Il mondo ormai è rotonda.
E tu, con la freccia attaccata: stanotte ti addormenterai serena? Ci saranno braccia a tranquillizzarti? Serviranno?
Non ho mai smesso. Non ho mai iniziato. Vorrei sapere storie, vite, segreti. Chi siete tutti voi. E cosa vedete dietro a questo vetro?
Vetri che si incrociano, ruote, scarichi, tumori. Dietro a quel sottile strato di materiale trasparente teste, visi, capelli, occhi che scrutano il percorso.
E che incrociano sguardi dalla direzione opposta.
Mi sono sempre chiesto.
Chi sei? Qual'è la tua storia? Dove stai andando? Hai qualcuno che ti aspetta a casa? Sei sposato? Hai figli? O sei solo e stai andando in una casa piena solo di te?
Altro vetro. Altre storie. Cosa canti? Sei felice? Stai raggiungendo gli amici? Perchè sei sola in macchina? E nella tua vita? Ruote, scarichi. Altre storie.
Questo lo conosco! Come mai vai da questa parte? Chi ti sta aspettando? E il vetro che ti sta dietro. Perchè ridi? La vita è così difficile? Hai mai provato dolore? Sei innamorato?
Curva. Rotonda. Altra rotonda. Altra rotonda. Il mondo ormai è rotonda.
E tu, con la freccia attaccata: stanotte ti addormenterai serena? Ci saranno braccia a tranquillizzarti? Serviranno?
Non ho mai smesso. Non ho mai iniziato. Vorrei sapere storie, vite, segreti. Chi siete tutti voi. E cosa vedete dietro a questo vetro?
domenica 29 luglio 2012
A chi sbaglia a fare le strissie
Che dire: la vita è fantastica. Ti regala sorprese
continuamente, a volte positive, altre negative. Decisamente negative.
Profondamente negative. Drasticamente negative. Però “l’è bèla” come dicevano Cochi e Renato. Basta avere l’ombrela. Oppure imparare da tutto
quanto la vita ci insegna e organizzarsi, che se piove si sta al coperto. O si
prende l’ombrello, appunto. Oppure si prende l’acqua, basta esserne
consapevoli. Comunque “non può piovere per sempre” quindi meglio avere con se
anche gli occhiali da sole, per proteggersi dagli abbagli. Perché anche quelli
rischiano di fare male. Forse ancora di più che la pioggia che ti bagna. Insomma:
per vivere la fantastica vita un minimo bisogna essere attrezzati, organizzati,
per non rischiare di farsi schiacciare, o scacciare. E bisogna anche essere
consapevoli che più sono alte le aspettative e più si rischia di farsi male se
per caso si cade. E’ giusto inseguire il meglio, a volte l’irrazionale. Ma si
deve sempre stare attenti a non perdere il contatto con il suolo, con la
realtà. Che se no poi non solo ci si fa male, ma si rischia di provocare dolore
anche ad altre persone. E di dolore ce n’è già abbastanza, senza andare a
cercarsene dell’altro. Che poi, siccome dalla vita impari dopo che le cose sono
successe, saperle prima è un bel casino… c’è
chi un giorno ha detto “ho sofferto” e allora ha detto “io parto, ma dove vado
se parto, sempre ammesso che parto”…Ciao!
Non parto. Sono qui. Come sempre.
Non parto. Sono qui. Come sempre.
martedì 24 luglio 2012
martedì 6 marzo 2012
66
Tanti auguri al mio IDOLO.
Ossia la persona che, attraverso la sua arte, riesce ad avvicinarsi, più di ogni altro, alla mia anima (e cuore) (e mente) (e sogni) (e mondoperfetto) (e latooscurodellaluna) (e vita)

martedì 31 gennaio 2012
My beautiful rewards - Il Buio e Il Muro
Nel 1980/81 (o giù di lì) avevo 5/6 anni (o giù di lì). A quel tempo mio padre aveva un'abitudine: dopo cena si spostava in sala, dove avevamo (e hanno tutt'ora) l'impianto stereo (il mitico Pioneer) e si metteva ad ascoltare musica al buio, sdraiandosi sul divano.
Suppongo fosse un po' per riposarsi dopo la giornata di lavoro, un po' perchè al buio sei solo tu e la musica.
Alcune sere per la verità tra lui e la musica (e il buio) ci intromettevamo anche io e mio fratello (di un anno più giovane): entravamo nella stanza nera, con solo un po' di luce della cucina che filtrava da sotto la porta e qualche timido riflesso del lampione della strada dalla finestra, e ci sedevamo in una delle sedie appoggiate al muro (ce n'erano 2: una a fianco dell'impianto hi-fi, sul lato destro della finestra e una sul lato opposto).
MAI sedersi nelle sedie intorno al tavolo: nel buio i mostri potevano colpirti alle spalle. Meglio avere il muro a cui appoggiarsi e non dargli la possibilità di attaccarti su quel fronte.
Prese le posizioni di guerra ci si lasciava cullare da quei suoni che uscivano dalle casse, da quella lingua inglese di cui non capivamo assolutamente nulla ma che aveva una musicalità così bella o da canzoni in italiano di personaggi che per noi diventavano mitici.
E poi c'erano loro.
E quando c'erano loro i mostri si moltiplicavano e la lotta diventava mitica.
Perchè va bene la lingua inglese, di cui non capivamo un beneamato cazzo, va bene quell'incedere martellante (guarda caso), ma tutti quei suoni strani, quelle grida di bambini, quei cori di voci bianche (e sataniche??), quelle esplosioni, aerei, elicotteri, silenzi squarciati da improvvisi sussulti di musica altissima, per un bambino di 5 o 6 anni (o giù di lì) erano cazzi amari.
Roba da spaventarsi.
Ma il fascino era così forte che ti attraeva verso la stanza buia e non ti faceva uscire. Il fascino di quella musica "strana" e il fascino, sottile, che solo la paura ti può regalare.
Me la ricordo la paura. Me la ricordo quella forza sensuale, eterea, che non mi lasciava andare.
E che non ho mai abbandonato.
Suppongo fosse un po' per riposarsi dopo la giornata di lavoro, un po' perchè al buio sei solo tu e la musica.
Alcune sere per la verità tra lui e la musica (e il buio) ci intromettevamo anche io e mio fratello (di un anno più giovane): entravamo nella stanza nera, con solo un po' di luce della cucina che filtrava da sotto la porta e qualche timido riflesso del lampione della strada dalla finestra, e ci sedevamo in una delle sedie appoggiate al muro (ce n'erano 2: una a fianco dell'impianto hi-fi, sul lato destro della finestra e una sul lato opposto).
MAI sedersi nelle sedie intorno al tavolo: nel buio i mostri potevano colpirti alle spalle. Meglio avere il muro a cui appoggiarsi e non dargli la possibilità di attaccarti su quel fronte.
Prese le posizioni di guerra ci si lasciava cullare da quei suoni che uscivano dalle casse, da quella lingua inglese di cui non capivamo assolutamente nulla ma che aveva una musicalità così bella o da canzoni in italiano di personaggi che per noi diventavano mitici.
E poi c'erano loro.
E quando c'erano loro i mostri si moltiplicavano e la lotta diventava mitica.
Perchè va bene la lingua inglese, di cui non capivamo un beneamato cazzo, va bene quell'incedere martellante (guarda caso), ma tutti quei suoni strani, quelle grida di bambini, quei cori di voci bianche (e sataniche??), quelle esplosioni, aerei, elicotteri, silenzi squarciati da improvvisi sussulti di musica altissima, per un bambino di 5 o 6 anni (o giù di lì) erano cazzi amari.
Roba da spaventarsi.
Ma il fascino era così forte che ti attraeva verso la stanza buia e non ti faceva uscire. Il fascino di quella musica "strana" e il fascino, sottile, che solo la paura ti può regalare.
Me la ricordo la paura. Me la ricordo quella forza sensuale, eterea, che non mi lasciava andare.
E che non ho mai abbandonato.

domenica 15 gennaio 2012
Sottili similitudini
Questa Blog te la devo raccontare: sto leggendo un libro intitolato "La morte di Bunny Munro", scritto da Nick Cave (si, proprio lui, il folle e sopraffino musicista e cantante, da solo, insieme ai Bad Seeds o Grinderman).
Folle come musicista, folle come scrittore.
Il libro quindi è molto politically un-correct, pieno di situazioni forti, crude, dirette, permeate fino all'osso dal sesso.
Ad un certo punto ecco l'apoteosi: Bunny, agente di commercio di prodotti di bellezza, gran scopatore e cornificatore della moglie (impiccatasi qualche giorno prima) durante una giornata di lavoro porta con sè suo figlio di nove anni, Bunny Boy; si fermano da McDonald's, dove ordina un Big Mac:
"Bunny prende un altro morso di Big Mac e sa - come saprebbe chiunque conosce questo genere di cose - che con il suo pane molle, la carne spugnosa, il formaggio, i cetriolini viscidi e, ovviamente, la speciale salsa salata, mordere un Big Mac è un po' come leccare la passera, anzi è proprio uguale"
I migliori amici di Bunny sono Poodle e Geoffry. Quindi il continuo:
"Bunny l'aveva detto a Poodle una volta a pranzo da Wick e Poodle, l'autoproclamatosi re del sesso e gran predatore, aveva risposto che in realtà un carpaccio di tonno era molto più simile a una passera di un Big Mac, e la discussione era continuata per tutto il pomeriggio, facendosi sempre più accesa con l'aumentare delle pinte di birra. Alla fine Geoffry, con la sua saggezza simildivina, aveva stabilito che mangiare un Big Mac era come leccare la passera di una tipa grassa e mangiare un carpaccio di tonno era come leccare la passera di una tipa magra, e la cosa era finita lì"
APPLAUSI
Folle come musicista, folle come scrittore.
Il libro quindi è molto politically un-correct, pieno di situazioni forti, crude, dirette, permeate fino all'osso dal sesso.
Ad un certo punto ecco l'apoteosi: Bunny, agente di commercio di prodotti di bellezza, gran scopatore e cornificatore della moglie (impiccatasi qualche giorno prima) durante una giornata di lavoro porta con sè suo figlio di nove anni, Bunny Boy; si fermano da McDonald's, dove ordina un Big Mac:
"Bunny prende un altro morso di Big Mac e sa - come saprebbe chiunque conosce questo genere di cose - che con il suo pane molle, la carne spugnosa, il formaggio, i cetriolini viscidi e, ovviamente, la speciale salsa salata, mordere un Big Mac è un po' come leccare la passera, anzi è proprio uguale"
I migliori amici di Bunny sono Poodle e Geoffry. Quindi il continuo:
"Bunny l'aveva detto a Poodle una volta a pranzo da Wick e Poodle, l'autoproclamatosi re del sesso e gran predatore, aveva risposto che in realtà un carpaccio di tonno era molto più simile a una passera di un Big Mac, e la discussione era continuata per tutto il pomeriggio, facendosi sempre più accesa con l'aumentare delle pinte di birra. Alla fine Geoffry, con la sua saggezza simildivina, aveva stabilito che mangiare un Big Mac era come leccare la passera di una tipa grassa e mangiare un carpaccio di tonno era come leccare la passera di una tipa magra, e la cosa era finita lì"
APPLAUSI

domenica 8 gennaio 2012
OTTO (o, letto al contrario: OTTO)
E oggi tocca a me.
Sono tanti, ma pochi per una vita.
Sono pochi, ma con tante esperienze in valigia.
E con così tanta vita da vivere ancora.
Tanti auguri a me stesso!
Mi amo :)
Sono tanti, ma pochi per una vita.
Sono pochi, ma con tante esperienze in valigia.
E con così tanta vita da vivere ancora.
Tanti auguri a me stesso!
Mi amo :)
martedì 3 gennaio 2012
Due zero uno due
Tre.
Oggi è il compleanno di mio nonno. Se ci fosse ancora.
Persona speciale, come nessun altro. Come forse tutti hanno, nella loro vita.
Oggi spero che questo nuovo anno possa essere felice, sereno, con tante soddisfazioni.
Grazie a te.
Oggi è il compleanno di mio nonno. Se ci fosse ancora.
Persona speciale, come nessun altro. Come forse tutti hanno, nella loro vita.
Oggi spero che questo nuovo anno possa essere felice, sereno, con tante soddisfazioni.
Grazie a te.
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